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Il parere della dei defunti

Il 25 ottobre del 2016 la Congregazione Vaticana per la Dottrina della Fede chiarì in un’Istruzione chiamata Ad resurgendum cum Christo, per il caso specifico della cremazione,

che non è permessa, per ragioni dottrinali e pastorali, la dispersione delle ceneri dei defunti.

Nel documento vengono chiariti numerosi punti della questione, si parla di come l’incinerazione non è di per sé una pratica contraria alla religione cristiana anche se il Vaticano e Papa Francesco, preferiscono tendere verso la consuetudine di seppellire i propri cari.

 Ci viene chiesto spesso se la religione Cattolica ammetta la cremazione e la conservazione delle ceneri. Cerchiamo di fare chiarezza, scopriamo perché preferisce la consuetudine della sepoltura del corpo alla cremazione, se le ceneri si possono disperdere e come si è espresso il Santo Uffizio e Papa Francesco.

Conservazione delle ceneri: il contenuto dell’istruzione Ad resurgendum cum Christo

All’interno del documento Ad resurgendum cum Christo (per risuscitare con Cristo) approvato da papa Francesco e pubblicato nell’ottobre del 2016, la Congregazione per la Dottrina della Fede chiarisce con maggior vigore quanto già detto dal Sant’Uffizio nel 1963 e poi riportato dal Codice di Diritto canonico nel 1983 e nel Codice dei canoni delle Chiese Orientali nel 1990.

Per ragioni dottrinali e pastorali la consuetudine di seppellire i cadaveri da parte dei fedeli dovrà essere sempre posta in primo piano rispetto alla conservazione delle ceneri che di per sé non è considerata una pratica contraria alla religione cattolica cristiana.

Si sottolinea che la conservazione delle ceneri da prediligere sarà quella connessa a luoghi appositi e sacri come i cimiteri, un netto no viene pronunciato quindi per la conservazione delle ceneri in casa, in merito alla dispersione in natura nell’aria, nell’acqua etc. La conservazione domestica non è consentita se non per casi valutati gravi o eccezionali vagliati dal vescovo locale, dalla Conferenza episcopale o dal Sinodo dei vescovi delle Chiese orientali. E come presente anche nella legge nazionale italiana connessa alla dispersione delle ceneri: non potranno queste essere divise in vari luoghi e tra vari nuclei familiari.

Il testo del Ad resurgendum cum Christo fu firmato dal cardinale prefetto della congregazione per la Dottrina della Fede Müller e dal segretario Ladaria, e nei vari punti si ribadiscono concetti già noti al diritto canonico come che l’inumazione e la consuetudine di seppellire siano da intendere come la speranza di una risurrezione corporale.

Il Vaticano dimostra però di aver preso atto dei tempi che cambiano e di quanto la scelta della conservazione delle ceneri rispetto alla consuetudine di seppellire si stia diffondendo anche nei più ferventi credenti. Le motivazioni della diffusione, nel caso della cremazione, sono anche connesse a ragioni di carattere igienico economico o sociale, nelle volontà dei defunti di non creare ai parenti che restano complicanze connesse alla tumulazione.

La conservazione delle ceneri esclusivamente al cimitero

Se la consuetudine di seppellire sta cedendo il passo sempre di più alla cremazione, nel documento questo viene accettato ma è ribadito che bisognerà fare attenzione alla conservazione delle ceneri.

Il Santo Uffizio e il documento redatto dalla Congregazione per la dottrina della Fede sottolinea che le ceneri non debbano essere disperse in natura ma custodite in un luogo sacro come un cimitero, una chiesa o un’area apposita e benedetta.

Giungere in un luogo sacro e trovare uno spazio in cui pregare i propri defunti e ricordare che, secondo la dottrina della fede cristiana, saliranno al cielo con Cristo, riduce anche il rischio di essere dimenticati, di pratiche sconvenienti e superstiziose.

Nel testo, punto 8, si parla anche di negazione delle esequie: i funerali non si terranno per diritto se il defunto, che ha disposto in vita la cremazione e la dispersione in natura delle proprie ceneri, è per ragioni dottrinali e pastorali contrario alla religione cattolica.

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